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Il 5° Convegno Nazionale sul Faculty Development, intitolato "Dalle politiche alle pratiche. La professionalità docente nell’evoluzione istituzionale e tecnologica", si terrà il 13 e 14 giugno presso l’università di Genova.
Per faculty development si intende un insieme di attività, programmi e iniziative mirate a migliorare la professionalità e le competenze dei docenti universitari. Questi sforzi sono progettati per supportare i docenti nel loro sviluppo continuo come educatori, ricercatori e membri della comunità accademica. In Italia, il faculty development si sta consolidando sempre di più negli atenei, con una particolare attenzione al rinforzo delle competenze didattiche dei docenti, per favorire pratiche di insegnamento e apprendimento che siano sempre più inclusive, attive, interattive e partecipative.
L'obiettivo principale del convegno è esplorare e promuovere la professionalità docente nell'ambito dell'evoluzione istituzionale e tecnologica delle università. Si intende discutere e condividere le migliori pratiche di faculty development, esaminare le politiche educative e sviluppare strategie per migliorare la qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento nell'istruzione superiore.
L’evento sarà aperto con interventi da parte dei rappresentanti dei vertici istituzionali, sia a livello locale, come il Rettore dell’Università di Genova, sia a livello nazionale, grazie alla testimonianza di organi come la CRUI (la conferenza dei rettori), l’ANVUR (l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca), il CUN (Consiglio Universitario Nazionale) organo consultivo del ministero che ha il compito di esprimere pareri e formulare proposte su questioni di interesse generale per il sistema universitario.
Saranno tenuti due keynote speech da parte di illustri rappresentanti dell’innovazione didattica e del faculty development a livello europeo: il primo intervento sarà a cura di Marjaana Mäkelä, docente presso la School of Professional Teacher Education dell’Università Haaga-Helia, in Finlandia, e sarà dediacto al tema delle micro-credentials, ossia qualifiche brevi e mirate, progettate per fornire alle persone competenze e conoscenze specifiche.
Un secondo keynote speech sarà tenuto da Anette Kolmos, docente di Engineering Education e Problem Based Learning, direttrice del UNESCO PBL Centre presso la Aalborg University in Danimarca. Il suo intervento sarà sul tema della formazione interdisciplinare e le competenze trasversali.
A seguire, il convegno vede la presentazione di più di 80 contributi, con più di 150 persone iscritte provenienti dagli atenei italiani e dalla Svizzera. I contributi spaziano sui vai aspetti del faculty development e l’innovazione didattica, fra cui
• Modelli di intervento per il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze didattiche della docenza universitaria
• Modelli organizzativi di sviluppo delle competenze didattiche della docenza universitaria
• Modelli organizzativi dei Teaching and Learning Centre e dei Digital Education Hub
• Esperienze di certificazione delle competenze mediante microcredenziali e open badge
• Esperienze e buone pratiche di innovazione didattica a livello di corsi di studio o di singoli insegnamenti
Perché è importante occuparsi di questi temi oggi in Italia?
Abbiamo diverse sfide all’orizzonte: da un lato un’evoluzione tecnologica che impone di ripensare il modo con cui si insegna e si apprende, per poter governare questi processi e non esserne trainati. Dall’altro un cambiamento del contesto sociale e culturale caratterizzato da calo demografico, diversificazione delle esigenze di chi accede alla formazione universitaria, grande competitività a livello nazionale e internazionale per l’offerta formativa, che impone investimenti sulla qualità della didattica.
Per questo occorre investire in programmi di innovazione didattica che promuovano l'adozione di nuove tecnologie e metodi pedagogici per migliorare l'efficacia dell'insegnamento, iniziative che favoriscano lo scambio di idee e pratiche tra diverse istituzioni, migliorando la qualità complessiva dell'istruzione superiore. Occorre consolidare programmi di sviluppo professionale dei docenti, rendendoli più preparati ad affrontare le sfide educative che si prospettano, sistemi si supporto e monitoraggio della qualità della formazione, anche al fine di promuovere pratiche didattiche inclusive, essenziali per garantire che tutti gli studenti possano beneficiare dell'istruzione universitaria.
In conclusione, il convegno rappresenta un'opportunità importante per accademici e personale tecnico e con funzioni amministrative di confrontarsi sulle migliori pratiche e sviluppare nuove strategie per migliorare l'educazione superiore in Italia.